Motorpsycho – The Crucible 2019

Pubblicato: febbraio 18, 2019 in Recensioni Uscite 2019
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Creativi, immaginifici, eclettici; tornano gli inarrestabili Motorpsycho con The Crucible, nuovo album del trio norvegese concepito come evoluzione del precedente The Tower. Solo tre tracce in scaletta per una durata complessiva di una quarantina di minuti. Disco asciutto, sintetico, nel quale però è contenuta molta sostanza intesa come insieme di idee, di input sonori legati e ben distinti tra loro al tempo stesso. Prova ne sia che ognuno dei tre brani rende sensazioni originali e personali senza avere necessariamente un collegamento con gli altri.

Estro e genialità non hanno mai difettato nella mente di Bent Saether Hans Magnus “Snah” Ryan; se a questi si aggiunge un Tomas Jarmyr ormai perfettamente calato nel sound psichedelico della band, il gioco è fatto.

The Crucible è un lavoro che svela molteplici anime e non potrebbe essere diversamente trattandosi dei Motorpsycho.

Basti pensare allo sviluppo di Psychotzar, un passaggio molto serrato nel quale l’avvio vive di riff e afflati molto sabbathiani, per poi virare successivamente verso uno sviluppo di marca zeppelin e culminare in una sezione assolutamente Motorpsycho. Mi rendo conto che narrata così pare una soluzione piuttosto semplicistica ma in realtà l’ascolto regala e convince molto più delle parole; si passa da un andamento doom ad intersezioni del mellotron per poi puntare i fari su spaccati brucianti e devastanti della chitarra mentre la ritmica, oscura e precisa, non sbaglia un colpo. Ribadisco, ad un primo colpo d’occhio tutto ciò può apparire quasi intuitivo ma le cose non stanno assolutamente così, esiste una vera e propria geometria dei suoni che viene scritta e rispettata.

Tra reminiscenze King CrimsonHatfield and the North National Health si snoda dolcemente Lux Aeterna, un corposo brano nel quale i Motorpsycho evidenziano un’altra delle loro numerose sfaccettature, sicuramente quella più in chiave progressive. Torrenziali crescendo melodici e ritmici, tra arpeggi, tempi dispari ed il dilagare del mellotron, ci rimandano indietro nel tempo con estrema precisione e pulizia dei suoni, prima di una fase molto più concitata e dissonante nella quale emerge prepotentemente il talento del batterista Tomas Jarmyr (novello Michael Giles). L’epilogo, epico, è tutto da gustare.

Terza e ultima traccia, la title track è un moloch psico-prog che si dilata per poco meno di 21 minuti, quasi a richiamare antiche e mai dimenticate pagine con una possente rivisitazione da parte del trio. Infatti, qualsiasi riferimento si possa fare o intuire, alla resa dei conti viene sempre attualizzato, filtrato e riletto con estrema personalità dalla band norvegese. E quindi i richiami agli Yes, ai soliti Crimson e per certi aspetti pure ai Floyd di Pompei, si diluiscono e si stemperano in un ulteriore magma sonoro targato Motorpsycho, coinvolgente e convincente a dispetto di una durata molto importante. Nei minuti conclusivi, la ripresa del tema iniziale è davvero magistrale.

Detto questo, va sottolineato come non siano rimaste molte la band in circolazione con un catalogo così ricco e di tale qualità. Con i Motorpsycho ogni uscita può rivelare una sorpresa e The Crucible in questo senso non fa eccezione.

 

Max

 

 

 

 

 

 

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