Soen – Lykaia 2017

Terzo sigillo per i Soen. Lykaia (questo il titolo dell’album) si propone come il tassello della definitiva maturazione della band svedese ed in realtà non fa che confermare pregi e difetti su quanto sin qui emerso.

La consueta potenza di fuoco, la capacità di destreggiarsi in contesti diversi ondeggiando tra aggressività e melodica dolcezza, le indubbie qualità dei singoli musicisti; per contro persiste, anzi forse si innalza, il tasso di derivazione, di cui adesso sono oggetto principalmente gli Opeth pur non avendo accantonato completamente le…Tool lessons.

Inciso a Stoccolma, Lykaia è stato prodotto dal nuovo chitarrista Marcus Jidell (un passato con Evergrey e Royal Hunt) e vede  pure l’innesto del tastierista Lars Åhlund.

Russian Circles – Guidance 2016

Se nell’immaginario collettivo ogni genere possiede dei canoni di riferimento e, di conseguenza, un perimetro a delimitarlo, il post rock certo non fa eccezione, anzi. Per la sua natura strettamente musicale e poco incline a parti cantate può soffrire ancor più gli spazi angusti in cui fatalmente, dopo anni, trova a muoversi. Ne consegue che anche il “cugino” post metal in questa ottica non riesce ad usufruire di ulteriori benefici (con la parziale eccezione della ritmica) ed allora la capacità di riuscire ad architettare atmosfere coinvolgenti, il gusto nel sapere scegliere le sonorità adeguate ricorrendo alla fantasia..rimangono le uniche risorse a disposizione per cercare di continuare a produrre album interessanti.

Con questa premessa è in uscita il sesto e nuovo lavoro dei Russian Circles intitolato Guidance.

Tides From Nebula – Safehaven 2016

Si riaffaccia sulla scena il post rock (o post metal…) dei Tides From Nebula. Con un andamento sin qui un pò altalenante, ecco fresco di stampa Safehaven, quarto lavoro della band di Varsavia che segue il più che discreto Eternal Movement (2013).

Il disco è auto prodotto ma, a mio parere, la semina avvenuta da parte di Christer-André Cederberg nella precedente occasione ha lasciato qualche frutto postumo.

Di certo il sound del quartetto polacco si è spostato dall’estrema profondità di Earthshine a vantaggio di un generale snellimento delle trame ma, come dicevo, anche in Safeheaven, pur se sporadicamente, qualcosa rimanda a certe aperture imperiose dei Anathema.

Obsidian Kingdom – A Year With No Summer 2016

La Spagna è un paese che sin qui non ha prodotto molte band di rilievo ma è pur vero che in quel sottobosco, da qualche tempo, è cominciato a muoversi qualcosa. In mezzo a tanti esperimenti un pò naif e riproposizioni fin troppo derivative circa tre anni e mezzo fa si sono affacciati sulla scena post metal i Obsidian Kingdom con un concept di sicuro promettente (Mantiis).

I cinque ragazzi di Barcellona hanno nel loro bagaglio molteplici influenze che vanno dai Ulver a Ihsahn, dai Cult Of Luna ai Solstafir e, trattandosi di un genere così particolare, queste ricadono pesantemente sul sound degli iberici; è anche vero però che emerge pure qualche elemento caratterizzante, se non proprio di novità, dato proprio dalle loro origini.

Arcade Messiah II 2015

Poli strumentista e prolifico musicista, John Bassett da un paio di anni ha avviato, oltre al percorso della sua band (KingBathmat), un progetto solista parallelo a nome Arcade Messiah. E’ in uscita il secondo capitolo di questo intitolato semplicemente II, pubblicato nuovamente per l’etichetta britannica StereoHead Records.

Il nuovo album, anch’esso interamente strumentale, poggia su di una solida base prog metal ma effettua incursioni in ambiente doom e pure math. Esattamente un anno fa il leader della formazione inglese ha lanciato questa sua nuova iniziativa con il primo disco, eponimo; i risultati sono stati incoraggianti, tanto da indurlo a continuare con questo nuovo lavoro che è, a tutti gli effetti, la prosecuzione del precedente.