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Da qualche anno la bandiera del progressive-metal appare un poco stropicciata, il genere sembra ormai avere dato fondo ad idee ed energie e prosegue spesso su di uno stanco binario; il fenomeno è naturale, intendiamoci, strettamente connesso al trascorrere delle decadi e ad un complessivo appiattirsi su cliché ormai abusati.

Ci sono anche delle eccezioni, rappresentate da quelle band che hanno scelto di immettere delle varianti sostanziali ma, se vogliamo rimanere nell’ambito più stretto e puro, le novità da tempo scarseggiano. Ed ecco che allora diventa curioso e per certi versi interessante il ritorno in pista dei californiani Psychotic Waltz i quali, dopo uno stop durato ben 24 anni (!!) e che pertanto da considerarsi come definitivo, rientrano inopinatamente in gioco con il nuovo e quinto album intitolato The God-Shaped Void, pubblicato per InsideOut. (altro…)

Il peso del tempo, prima o poi, inficia ogni genere musicale, pertanto non ne è rimasto immune neppure il prog-metal. Quando però si (ri)mettono insieme due grossi calibri, due pezzi da novanta, l’incanto si può ricreare; quella magica intesa di un tempo può rifiorire. Ed è quello che è accaduto con Winter Ethereal, album che vede per la seconda volta insieme John Arch, voce originaria e per i primi tre album dei Fates Warning ed il loro mastermindJim Matheos.

Una pubblicazione sorprendente, questa per Metal Blade, che riporta alla mente la prima collaborazione tra i due (targata 2011) e sciorina una impressionante lista di ospiti: i compagni dei FW Joey VeraBobby Jarzombek e gli ex Frank Aresti, Mark Zonder e Joe DiBiase, oltre a Sean Malone (Cynic) e Steve Di Giorgio (Testament) al basso, Thomas Lang (innumerevoli collaborazioni), Baard Kolstad (Leprous) e Matt Lynch (Cynic) alla batteria. (altro…)

Una pausa di cinque anni abbondanti, una formazione ridotta a cinque elementi e per tre/quinti rinnovata, un nuovo album diviso in due parti che vedrà il suo completamento nel 2020. Con questi numeri ritorna il collettivo tedesco The Ocean, presentando la prima parte del nuovo lavoro dal titolo Phanerozoic I: Palaeozoic.

Con un’ospitata di lusso, la voce di Jonas Renkse dei Katatonia per un brano e mixing e mastering affidati alle preziose mani di Jens Bogren, prosegue dunque l’instancabile esplorazione in ambito preistorico intrapresa diversi addietro dalla band guidata dal chitarrista Robin Staps e, nonostante la formula sia più o meno invariata, le cose funzionano a dovere.

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Reduci da un’uscita a mio avviso non propriamente esaltante (Under The Red Cloud  2015), tornano in prima linea gli Amorphis presentando via Nuclear Blast il loro tredicesimo album, dal titolo Queen Of Time.

La regia del puntuale Jens Bogren guida la band finlandese anche attraverso l’apporto massivo di un coro ed un’orchestra, enfatizzando alla bisogna i passaggi più lirici oppure quelli più aggressivi, declinati in dieci brani per la durata complessiva di un’ora circa.

La pubblicazione precedente in effetti aveva evidenziato qualche dubbio circa una certa ripetitività del songwriting, chiuso rigidamente in uno steccato che in passato aveva fatto la fortuna della band ma che, a lungo andare, cominciava a mostrare la corda. E dunque l’interrogativo, di rito in questo caso: sono riusciti gli Amorphis a superare l’impasse ? (altro…)

Sempre più di rado si legge o si sente in giro l’appellativo “genio”, specchio di tempi musicalmente buoni ma non eccelsi, nei quali troppo spesso la quantità va a detrimento della qualità. Mi sento di potere fare eccezione per un musicista che in origine con il progressive rock ha ben poco a cui vedere ma che nel proprio ambito d’influenza (ed in seguito non solo in quello) ha davvero fatto la differenza, pochi come lui.

Mi riferisco a Ihsahn, un artista visionario e proiettato in avanti sin dai tempi degli Emperor e, per certi versi forse, ancora di più con il suo percorso solista. Ámr è il titolo del nuovo album del metal-guru norvegese, per il quale si avvale soltanto della collaborazione del batterista ex-Leprous Tobias Ørnes Andersen e di uno sfavillante solo di Fredrik Akesson, chitarrista dei Opeth.

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