Posts contrassegnato dai tag ‘Theo Travis’

Tangent incontrano gli Steely Dan!! Può sembrare un titolo ad effetto ma credo possa indicare il dato principale e decisamente sorprendente che emerge dall’ascolto di Auto Reconnaissance, la nuova fatica di Andy Tillison e soci, pubblicata per Inside Out.

Colpiscono infatti le numerose inflessioni jazzy contenute in questo album che presenta al via la medesima formazione all’opera su Proxy, ove si eccettui l’assenza di Göran Edman ai cori.

Così, progredisce in modo esponenziale la partecipazione dei fiati a guida Theo Travis, la chitarra di Luke Machin trova pure timbri molto puliti, Jonas Reingold ricama e cuce col suo basso, Steve Roberts governa il ritmo in scioltezza e, buon ultimo, Andy Tillison si ritaglia un calzante ruolo da protagonista, diviso tra Hammond, piano, synth e canto.  (altro…)

Dietro a nomi da tempo celebrati, esiste ormai una vastissima pletora di gruppi destinati a faticare per farsi conoscere o, magari, neppure in grado di catturare l’attenzione più di tanto.

Nel mezzo invece si trova uno “strato” formato da band attive ormai da anni, le quali dispongono di una certa dose di talento e magari di qualche musicista noto ma che, in definitiva, non sono mai riuscite a trovare la via della consacrazione.

A torto o a ragione è questo il caso (a mio avviso) dei Fish On Friday, formazione belga che annovera tra le sue fila l’affermato bassista Nick Beggs. Pubblicato per Esoteric Antenna, è ora in uscita il loro quinto album intitolato Black Rain. (altro…)

Seduto dietro il suo Hammond e circondato dalle numerose e fide keyboards Andy Tillison si ripresenta ai nastri di partenza alla guida dei Tangent proponendo Proxy, decimo lavoro in studio della band anglo-svedese.

Il nuovo album, edito per Inside Out, segue ad un anno di distanza la pubblicazione di The Slow Rust of Forgotten Machinery (da ricordare l’ottima The Sad Story of Lead and Astatine) e vede dunque confermata l’estrema prolificità del gruppo; quanto alla line up vanno registrati l’ennesimo nuovo ingresso alla batteria (Steve Roberts) e l’ospitata di Göran Edman per le backing vocals; per il resto confermatissimi Jonas Reingold al basso, Theo Travis ai fiati e Luke Machin alle chitarre. (altro…)

Un colpo di coda sensazionale, questa la descrizione in pillole che mi sento di fornire per Hidden Details, nuovo e sorprendente album degli eterni Soft Machine. Abbandonato il termine Legacy che aveva accompagnato il quartetto sino a cinque anni fa con il brillante Burden Of Proof, la”macchina morbida” si è rimessa incredibilmente in cammino a 50 anni esatti dall’esordio, un’era musicale intera !

Ed è stata una scelta (non solo di tipo semantico) assolutamente da condividere perché questo è un lavoro Soft Machine a tutti gli effetti, vuoi per la militanza di decenni di tre dei protagonisti, vuoi per l’intesa profonda cementatasi negli anni con Theo Travis, a mio avviso uno dei più versatili e raffinati interpreti e compositori ai fiati del panorama odierno.

(altro…)

Forte del crescente successo con il duo Iamthemorning, il virtuoso e talentuoso pianista russo Gleb Kolyadin si cimenta per la prima volta con un lavoro solista, in proprio, dal titolo eponimo e pubblicato per Kscope.

Una ghiotta occasione per gustare appieno le doti compositive e l’abilità tecnica del giovane musicista e, per fortuna aggiungo, non solo; non si tratta infatti solo di uno sforzo teso ad esibire “i muscoli”, ma di una serie di composizioni ben strutturate ed arrangiate. Alcune partiture vedono il solo piano in azione, altre spaziano grazie ad un’articolazione profonda che si giova di interventi vocali di prestigio e svariate collaborazioni strumentali di estremo rilievo.  (altro…)