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Edito per KScope esce in questi giorni Soyuz, il nuovo e decimo album degli inesauribili norvegesi Gazpacho. A grandi linee, l’idea alla base di questo lavoro fa riferimento alla impossibilità di “salvare” (per poi rivivere) i migliori momenti della nostra vita e quindi ecco la fantasia di congelare gli istanti e gli episodi più felici attraverso otto brani che raccontano altrettante storie, lungo i secoli e Paesi lontani; tra questi, come da titolo, il viaggio della navicella spaziale sovietica Soyuz, terminato per un guasto con la morte del pilota Vladimir Komarov.

Da un punto di vista musicale il sestetto ribadisce  la propria indole intimista, a tratti oscura ed incombente, crossover nel DNA e quel seme di minimalismo di stampo Radiohead che è quindi germogliato prepotentemente, accompagnato da altri riverberi più o meno evidenti o consueti. (altro…)

frontInnovativi, sperimentali, spesso un passo avanti, capaci di anticipare e dettare i tempi grazie a brillanti intuizioni e alla genialità di Thom Yorke, autori di alcuni dischi che hanno segnato, comunque la si veda, la storia degli ultimi venti anni di musica.

Allo stesso tempo talvolta spigolosi, enigmatici se non proprio criptici, capaci di suscitare sentimenti disparati e persino tra loro contraddittori; poche band come i Radiohead sono state in grado, a ragione, di catalizzare l’attenzione di un vasto pubblico “imponendo” la propria trasversalità ed il proprio sound, non sempre confortevole e adatto alle grandi platee.

Con queste usuali premesse e, dopo il non trascendentale The King of Limbs di cinque anni fa, salutiamo il loro atteso ritorno. (altro…)

carPer motivi anagrafici non è una sensazione che ho provato direttamente. Ma posso immaginare e quasi toccare con mano l’atmosfera di attesa mista a curiosità di un qualunque fan dei Genesis, in quel lontano mese di febbraio del 1977, nel preciso istante dell’abbandono della puntina del giradischi al suo destino, tra i primi solchi di quello strano album, in cui un idolo del recente passato mostrava il suo nuovo volto nascosto dietro un vetro bagnato di pioggia e –per definizione- intriso di sapore british

Ebbene sì, tutto si era compiuto e dopo due anni e più di assenza, quando già gli ex compari avevano confermato di esistere (e come!) anche senza di lui, Peter Gabriel si era deciso a comunicare al mondo le tracce iniziali di un nuovo cammino, che lo avrebbe portato molto lontano. (altro…)

frontContinuare a cercare un nuovo aggettivo per descrivere il talento di David Bowie è ormai esercizio del tutto inutile, nessuno come lui è camaleontico ed in grado di attraversare quasi ogni genere musicale in poco meno di 50 anni di attività.

In occasione del suo 69simo compleanno e sotto la produzione e super visione del fido Tony Visconti, Iso-RCA pubblica Blackstar, ventisettesimo lavoro in studio del “duca bianco“. Dopo l’ottimo e sorprendente ritorno di circa tre anni fa (The Next Day) che ha rotto un silenzio assoluto durato 10 anni, Bowie riscopre così in età matura una nuova giovinezza artistica perché, lo dichiaro subito, Blackstar possiede ancora tutte le stimmate della genialità propria di un musicista davvero unico, specie se comparato ai lavori spenti di molti suoi coetanei. (altro…)

frontCon una prolificità inarrestabile e magari eccessiva (con questo sono nove album in dodici anni !), ecco la nuova uscita dei Gazpacho; pubblicato per Kscope esce in questi giorni Molok, ultima fatica della band norvegese guidata dal front man Jan Henrik Ohme.

Ho avuto modo di scriverne in passato e questo nuovo lavoro conferma in buona parte quanto ho già espresso su di un gruppo che, a mio avviso, poco si presta alle mezze misure: il loro sound infatti è per molti versi poco incline al compromesso, pertanto o si amano oppure…si digeriscono a fatica.

Aggiungo preliminarmente però che rispetto alla disperata introspezione e alla cupezza straniante di DemonMolok offre qualche passaggio relativamente più vitale. (altro…)