Posts contrassegnato dai tag ‘Post Rock’

Parte col botto il nuovo anno ! Il 2019 infatti si apre con un album di assoluta rilevanza, Nowhere, Now Here, un gioco di parole con cui i Mono suggellano il ritorno sulla scena a poco più di due anni dall’ottimo Requiem For Hell.

La band nipponica celebra quindi al meglio la decima uscita del proprio catalogo con un lavoro che, se possibile, restituisce ancora una freschezza inusuale a dispetto del tempo; il post rock proposto si rivela nuovamente carico di suggestioni ed intuizioni felici grazie al sapiente lavoro in regia di Steve Albini e allo spessore ormai insito nel quartetto, peraltro in parte rinnovato. (altro…)

Se non di una vera e propria trasformazione di certo si tratta di una possente virata; questo è il messaggio rivelato dall’ascolto di Epitaph, il nuovo album dei God Is An Astronaut pubblicato per Napalm Records.

E’ innegabile che il sound del combo irlandese in questa occasione sia adombrato di tinte fosche, le placide ed oniriche atmosfere del passato ed i consueti soundscapes in crescendo sono qui attraversati da una vena di oscurità che trovo nuova o, quanto meno, inusuale. Ed è proprio questo il primo elemento che di istinto ho rilevato sin dal primo ascolto di Epitaph.

Senza andare troppo a ritroso nel tempo, è sufficiente riascoltare qualche passaggio di Helios/Erebus (2015) per captare la sterzata. (altro…)

Alfieri di quella che potremmo definire la seconda ondata del post rock, i tedeschi Long Distance Calling tornano a fare parlare di sé con Boundless, sesta uscita del loro catalogo, edita per InsideOut.

Ridotta stabilmente la formazione ad un quartetto, la band di Münster si esprime in questo caso su coordinate forse meno intime e più dirette. Boundless infatti si concede ad un ascolto più istintivo, magari meno strutturato che in passato; non trova alcune delle profondità ricercate in precedenza ma si esplica attraverso un lotto di brani più intuitivi, strumentali, di buona qualità, tra i quali però probabilmente non spiccano (con estrema decisione) quei due-tre in grado di graffiare il cuore in modo indelebile. (altro…)

Camaleontici, trasversali, poliedrici, versatili…negli anni gli Ulver ci hanno abituato a solcare mari musicali tra i più differenti, proponendo quasi costantemente un desiderio di innovazione e cambiamento; questa volta credo però che si siano superati, oltrepassando ogni aspettativa. The Assassination of Julius Caesar, titolo del nuovo album, stupisce infatti per il taglio profondamente elettronico e al tempo stesso immediato, una sorta di electronic pop-rock non così distante da alcune atmosfere care ai Depeche Mode.

Nel caso della band norvegese non credo si possa parlare di svolta perchè già troppe volte in passato hanno scelto traiettorie diverse e alternative; certo è che un sound di questo tipo sorprende e non poco. (altro…)

frontLa Divina Commedia, Dante e Beatrice; questi i principali input narrativi che hanno ispirato la composizione di Requiem for Hell, il ritorno dei giapponesi Mono a due anni di distanza dall’uscita dell’accoppiata The Last Dawn / Rays of Darkness.

Il nuovo lavoro del quartetto ripropone in veste di produttore, dopo sette anni, Steve Albini e questo è un particolare che non si può ignorare; il sound infatti ridimensiona parzialmente alcune delle recenti pulsioni più sperimentali e sembra dunque come riavvolgere il nastro, viaggiando indietro nel tempo. Paesaggi sonori fiabeschi, emozioni apicali di matrice diversa vengono ritratte in musica con la consueta sapienza e quel refolo di misticismo orientale che i Mono possiedono nel DNA. (altro…)