Posts contrassegnato dai tag ‘gothic metal’

frontDavvero amaro e ingrato il destino che accompagna i Lacuna Coil; la band italiana che ha riscosso più successi e approvazione all’estero, in patria viene continuamente bersagliata dalle critiche. Strano Paese il nostro, il settore musicale non fa eccezione: se riesci ad esportare il tuo sound in modo apprezzato e vincente, da noi vieni sistematicamente tacciato di tradimento, di esserti venduto, quasi che la via dell’approvazione passi e si consumi solo nel rimanere in una nicchia, in una cripta, inesorabilmente e nei secoli fedele ai primi due album pubblicati.

Si auspica spesso (a parole) un cambiamento, un’evoluzione; poi quando questo avviene comincia il tiro al bersaglio ! E’ pacifico che come sempre i gusti personali regnano sovrani ma più di una volta, nei confronti della band milanese, ho percepito dell’astio a prescindere, dunque immotivato.

Ciò detto…il gruppo di Cristina Scabbia propone il nuovo album della serie, intitolato Broken Crown Halo e pubblicato al solito da Century Media. (altro…)

frontScrivendo di musica può capitare di imbattersi in situazioni per certi versi complicate o, comunque, poco agevoli; parlare di Tarja Turunen per l’appunto crea in me una situazione di quasi imbarazzo perché a fronte di buone produzioni (anche prescindendo dal suo passato con i Nightwish), album nel complesso positivi ed una grande professionalità…la sua voce, proprio il suo pezzo forte, da sempre non trova in me uno dei suoi più calorosi estimatori.

Affermando questo so di andare contro corrente, verso un impatto frontale e a tale proposito cerco di spiegarmi meglio; non ho mai messo in discussione le notevolissime doti vocali della singer finlandese, piuttosto l’uso che ne fa da sempre. Quando il lirismo finisce per divenire quasi esasperato, personalmente, non riesco più ad apprezzarlo, a mio gusto va a cozzare troppo violentemente con l’impalcatura sonora e stride.

E’ pur vero che una caratteristica peculiare e distintiva in ambito gothic è proprio questa e se ne potrebbero citare esempi a bizzeffe; ecco, forse a mio avviso Tarja in passato con il suo registro ha accentuato in eccesso questo contrasto, debordando troppo. (altro…)

frontStessa città e dunque stessa nazionalità (Stavanger, Norvegia), una decisa assonanza nel nome ( Tristania – Sirenia), il medesimo genere musicale che a grandi linee si può identificare nel gothic metal e/o symphonic metal, ambedue le formazioni prevedono anche una voce femminile di origine latina (italiana per i Tristania, spagnola per i Sirenia).

Inoltre sussiste, non a caso, un elemento in comune al 100 % e cioè quel Morten Veland, vero mastermind dei Sirenia e già membro fondatore dei precedenti Tristania.

Non sono pochi dunque i punti di contatto tra le due band che pubblicano i loro nuovi lavori a pochi giorni di distanza; dei primi ho già avuto modo di raccontare, ora l’attenzione si sposta su Perils of the Deep Bluesesto album dei Sirenia. (altro…)

frontDarkest White è il nuovo album dei Tristania, settima uscita nel loro catalogo e seconda consecutiva che registra la voce femminile della “nostra” Mariangela Demurtas, brava e giovane cantante dalle origini sarde. Comincio subito da lei perché se il disco di tre anni fa (Rubicon) l’aveva vista esordire tra le fila del gruppo norvegese con un buon impatto, in questo caso si conferma e a mio avviso si supera.

Darkest White esce per l’etichetta austriaca Napalm Records sotto la produzione di Christer André Cederberg che ha al suo attivo tra l’altro l’ultimo album degli Anathema (Weather System).

La band di Stavanger ha debuttato nel 1998 con sonorità gothic metaldeath-doom metal; nel tempo ha aggiunto gradualmente una componente symphonic con la quale è andata sempre più caratterizzandosi.

Nightwish, Epica, Within Temptation e potrei continuare; ci sono aspetti però che distaccano i norvegesi dai gruppi citati, il principale dei quali risiede in un uso più limitato di orchestrazioni magniloquenti e di una musica per immagini, legata al fantasy cinematografico. (altro…)

Doverosa premessa sull’eterno e amletico dubbio; è proficuo (e sensato) che una band ripeta fedelmente i propri stilemi, disco dopo disco, senza mai divagare o è preferibile ad un certo punto una virata alla ricerca di nuove ispirazioni ? Per parte mia credo che la risposta definitiva sia impossibile da trovare perchè molto legata e dipendente da troppe variabili. Non ultima quella che prevede quale tipo di innovazione o mutazione venga apportata, se e quanto efficace.

La domanda la lascio dunque aperta, sospesa ma è funzionale alla presentazione del nuovo album dei Tiamat, metal band svedese giunta alla decima uscita. Ho usato volutamente il termine generico metal perché sono note le trasformazioni che ha subito il sound del trio scandinavo; death, symphonic black, gothic. Fasi e lavori diversi, sempre comunque interessanti e stimolanti con alcune vette davvero importanti, cito “a caso” Clouds Wildhoney.

Da un certo momento in poi una svolta verso lidi gothic rock con la quale i Tiamat hanno preso decisamente le distanze dal loro florido periodo degli anni ’90; molti sono rimasti profondamente delusi, c’ è chi invece ha continuato ad apprezzarne la qualità, pur molto diversificata. (altro…)